Il nuovo rinvio della class action la dice lunga sull’atteggiamento di subordinazione del Governo di fronte alle richieste di Confindustria. Adesso è chiaro che le affermazioni solennemente e ripetutamente declamate dal ministro Scajola in occasione del primo rinvio, sei mesi fa, motivato dalla necessità di migliorare e rafforzare la class action, non erano altro che promesse che il ministro non ha voluto o potuto mantenere.
In realtà si sta vanificando e svuotando la class action, ubbidendo al diktat di Confindustria, che teme uno strumento che invece dovrebbe far paura solo a chi fa truffe o a chi non è capace di reggere la sana concorrenza. Berlusconi è evidentemente imbarazzato dalla richiesta di spiegazioni su questo rinvio e afferma di non aver avuto alcun ruolo nella decisione. Chi è allora il responsabile? Uno è noto, anzi una: si tratta della presidente di Confindustria Emma Marcegaglia, che ripetutamente nei mesi scorsi ha pronunciato forti critiche all’articolato di legge che negli ultimi giorni del 2007, all’interno della Legge finanziaria, introdusse finalmente anche nel nostro Paese la class action. In realtà si tratta di un “killer” collettivo, perché l’ottima presidente è stata sostenuta o meglio spinta dal mondo bancario e da altre aziende soprattutto di servizi, come Telecom.
I corresponsabili delle maggiore truffe finanziarie a danno dei risparmiatori, da Parmalat a Cirio ai bond argentini, hanno il nome e cognome dei più grandi istituti bancari italiani. Erano soprattutto questi a temere conseguenze dell’introduzione della class action e quindi anzitutto, per bocca della gentile presidente ma anche attraverso l’azione discreta dei lobbisti in Parlamento, hanno fatto pressioni perché fosse eliminata la retroattività. Un bel colpo di spugna sul passato, poi sul futuro si vedrà. Accanto alle banche, le grandi aziende di servizi, Telecom in testa, timorose di rivalse verso altri tipi di vessazioni nei confronti del cittadino-consumatore, come quelle messe in atto con l’addebito in bolletta di servizi non richiesti (ad es. gli 899) ma che fanno lievitare la spesa di decine e a volte di centinaia di euro.
Le associazioni di consumatori hanno cercato di opporsi, in questi mesi, all’esito temuto di un peggioramento e svuotamento della class action e del possibile rinvio. Per ora hanno vinto banche e aziende, con la connivenza di un Governo incapace di reagire alle pressioni e di mantenere fede alle promesse solennemente fatte anche in Parlamento. Vedremo nei prossimi sei mesi come reagiranno i cittadini.
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Incontro con la Stampa Estera Partecipano Maurizio Landini e Susanna Camusso
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Cnel, presentazione libro 'Le riforme dimezzate'. Roma, 29 gennaio 2019
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Maurizio Landini chiude il XVIII Congresso nazionale della Cgil - Bari, 25 gennaio 2019
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XVIII Congresso Cgil. Il saluto di Susanna Camusso - Bari, 25 gennaio 2019
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