Oggi alla Commissione Giustizia del Senato alle ore 14 ricomincia la discussione su una cattiva legge che è soprattutto una legge cattiva: punitiva per le donne e per i bambini. È stata definita una “restaurazione patriarcale”. È stata bollata come “inemendabile” (da Valeria Fedeli, Emma Bonino e Laura Boldrini, fin dallo scorso febbraio). È stata tolta dall’agenda della politica quando Verona è stata invasa dalle donne che si opponevano all’oscurantismo del family-day: un fiume di donne e di uomini. E adesso, a fine luglio, è di nuovo all’ordine del giorno… Si dice che l’obiettivo della Lega sia l’approvazione in aula il 7 agosto. Piena estate. Quando l’Italia è distratta…
Oggi le donne sono in piazza. Oggi le donne sono ovunque a protestare: il ddl Pillon va fermato. Perché “è un attentato alla felicità, alle libertà individuali e al senso di giustizia. Promette dolore e disaccordi, e danni incalcolabili alle famiglie che scelgono di vivere separate”, come ha detto Valeria Valente, senatrice Pd e presidente della commissione femminicidio.
Perché, come ha scritto Susanna Camusso a tutte le strutture della Cgil, contro questa legge bisogna tornare, “come si diceva, al lavoro e alla lotta!”.
Dalle 13 partirà il tweet bombing con gli hashtag #noPillon e #cancellaPillon (ma nei tweet sarà citato anche @LuigidiMaioM5S: la posizione dei 5Stelle sulla legge è infatti ondivaga, a parole contrari, nei fatti non hanno ritirato le firme al disegno di legge, anzi, se ne è aggiunta una).
Dalle 15 alle 18 #NonsiamaiPillon, manifestazione a piazza Montecitorio, convocata da NonUnaDiMeno, a cui hanno aderito in tanti tra associazioni, movimenti femministi, organizzazioni sindacali (la Cgil di Roma e del Lazio ha scritto in una nota: “Noi siamo dalla parte dei bambini e delle donne e domani saremo in piazza, ancora una volta con i nostri corpi, a dimostrarlo”).
Alle 16,30 “dentro” Palazzo Madama, Sala Nassirya: conferenza stampa di Di.Re. (centro antiviolenza), CGIL, UIL, UDI, Rebel Network, Se non ora quando? – Coordinamento nazionale comitati, Casa internazionale delle donne, Differenza Donna, ARCI Nazionale, ArciLesbica Roma, a cui “sono invitate tutte le parlamentari e i parlamentari di tutti gli schieramenti, per dimostrare pubblicamente il proprio impegno a fianco delle donne e i/le loro figli/e”.
E poi, tra i tanti appuntamenti, alle 18 presidio a Livorno, alle 18,30 flash-mob davanti al Duomo di Milano, dove “andrà in scena il primo matrimonio indissolubile secondo le nuove regole del senatore Pillon”: niente assegno di mantenimento, obbligo di mediazione familiare a pagamento per separarsi, obbligo di affidamento paritario dei figli anche in caso di violenza, riesumazione dell'antiscientifica Pas (sindrome d'alienazione parentale).
Sono centinaia di migliaia le donne e gli uomini che in questi mesi hanno chiesto il ritiro del ddl Pillon, con petizioni, iniziative, manifestazioni. Il ddl Pillon è diventato il simbolo della misoginia, dell’arretratezza culturale nei confronti delle donne, del senso di vendetta contro le conquiste femminili, che anima questo governo. Non c’è passaggio di questo disegno di legge che non sia un attacco al diritto di famiglia, ai diritti delle donne, ai diritti dei bambini: vengono messe in discussione tutte le conquiste sociali, culturali e di civiltà del Novecento nei rapporti familiari.
No, non ci sta bene che no!